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La formazione dell’archivio coincide con l’insediamento del primo Presidente della Repubblica nel Palazzo del Quirinale nel 1948.
Il primo nucleo di documentazione si componeva dei documenti prodotti dal Segretariato generale e dei documenti della Real Casa, poi trasferiti all’Archivio centrale dello Stato ad eccezione di quelli relativi al personale e al patrimonio della Presidenza della Repubblica.
Formalmente, gli archivi, la loro conservazione e il loro riordinamento sono affidati al Servizio biblioteca e documentazione a partire dal 1978 e fino alla Presidenza Scalfaro, quando viene istituito ufficialmente l’Archivio storico.
Nel 1998 viene emanato un regolamento che definisce le funzioni di conservazione, ordinamento, fruizione e valorizzazione del patrimonio documentario.
Una Commissione archivistica si occupa dei versamenti delle carte all’archivio e dei massimari di conservazione e scarto.
I circa 6 km. di documentazione oggi conservati nell’Archivio storico sono l’insieme di carte prodotte o ricevute dalla Presidenza della Repubblica nell’ambito delle proprie funzioni e relative ad affari conclusi.
Con i documenti, inoltre, si conservano audiovisivi, fotografie e una collezione completa di francobolli emanati dallo Stato italiano dal 1945.
L’Archivio storico è aperto al pubblico ed è possibile consultarvi liberamente i documenti.
Fanno eccezione gli atti di politica interna ed estera dello Stato che non risalgano a meno di 50 anni fa, e quelli relativi a fatti privati, accessibili dopo 70 anni dalla loro emanazione.
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![]() le visite non sono possibili, l'Archivio è aperto solo per motivi di studio. |
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