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La Via Ostiense, che si snodava per un percorso di circa 18 miglia, collegava Roma con Ostia; essa era punteggiata, ai suoi lati, di numerosi monumenti funerari e aree sepolcrali.
Durante i recenti lavori di ampliamento della via del Mare sono stati rinvenuti i resti di un viadotto in prossimità di Acilia e si è potuta ricostruire la fisionomia della lunga via Ostiensis, che risale ad un periodo compreso tra la fine del III e la prima metà del II secolo a.C., e che pare fosse costituita da due imponenti fianchi laterali di blocchi di tufo provenienti, con molta probabilità, dalla cava di Vitinia.
L’antichissimo viadotto edificato sulla stessa via aveva due fiancate laterali che correvano parallele ad una distanza approssimativa di 5 metri l’una dall’altra.
Nel viadotto si aprivano due archi, di cui uno a tutto sesto più visibile mentre l’altro più compromesso a causa delle infiltrazioni della vegetazione, disegnati da una ghiera composta di cinque blocchi di tufo.
Entrambi gli archi del viadotto riportato alla luce avevano un canale posizionato davanti allo sbocco della loro canalizzazione che serviva allo smaltimento delle acque provenienti dalle zone limitrofe.
Il viadotto ricostruito è oggi ancora in parte visibile lungo la via del Mare, nei pressi del sottopasso di Acilia.
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