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La basilica di San Pancrazio sorge sul colle del Gianicolo e venne costruita alla fine del V secolo d.C. sul sepolcro del giovane martire san Pancrazio, ucciso nel 304 d. C. a soli 14 anni durante l’ultima e più dura persecuzione dei cristiani da parte di Diocleziano.
A papa Simmaco si deve la prima erezione della chiesa, più tardi ricostruita e ampliata sotto papa Onorio I. Fu restaurata nel 1609 e nel 1848 ma subì saccheggiamenti durante il periodo napoleonico e nel 1849 durante i combattimenti avvenuti sul Gianicolo.
È proprietà dell’ordine dei Carmelitani scalzi dal XVII secolo.
All’esterno la facciata presenta elementi medievali e conserva due colonne della costruzione paleocristiana. All’interno l’ambiente è a tre navate coperte da un soffitto ligneo del XVII secolo.
Vi si alternano diversi stili e decorazioni, dai resti cosmateschi al baldacchino dell’altare, dalle colonne in porfido di epoca classica agli affreschi del Cavalier d’Arpino, maestro del Caravaggio.
In fondo a destra, dalla basilica si entra nel piccolo museo parrocchiale in cui si conservano sarcofagi, capitelli, cippi funeriari, epigrafi greche e latine, resti di statue, anfore e altri cimeli.
Nei sotterranei della chiesa si articola una necropoli disposta su più piani, sulle pareti vi sono tracce di antiche pitture e loculi di diverse misure che un tempo accoglievano i corpi dei defunti.
Oggi tuttavia l'accesso a tali catacombe è interdetto per motivi di sicurezza, è tuttavia possibile visitare solo una sala allestita a fianco della screstia ove sono esposti alcuni reperti.